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Greenland experience

Luglio 2019

Scesi dall’elicottero nel villaggio di Ittoqqoortoormiit arriva a prenderci Karale, a bordo del suo quad, insegnante di “mestieri dell’arte” della scuola del villaggio.
Karale ci presenta ai rappresentati della scuola: Mette e Scoresby, con i quali organizziamo gli orari dei corsi che dovremo tenere e ci mostrano i nostri alloggi.
Helena e Siggi, la coppia di eccentrici islandesi che ha permesso questo viaggio e ci ha messo in contatto con i direttori della scuola, ci avevano già parlato di loro come delle splendide persone, e così è stato.

 

Passata la soleggiata notte, il giorno dopo iniziamo il corso di lavorazione e taglio pietre.
Due sono i miei allievi, Karale è uno, e poi c’è Renè, danese di nascita, sposato con Charlotte, e quindi “adottato” dalla comunità.

L’allieva di mia moglie si chiama Olena, giovane ragazza che lavora presso l’unica agenzia viaggi del posto, Nanu Travel, e che ha messo grande volontà nell’imparare le tecniche base dell’arte orafa nei pochi giorni a disposizione, avendo molto cuore il destino del suo villaggio, e facendo il tutto per tutto per potervi vivere felicemente.

I giorni passano veloci, i ragazzi si dimostrano attenti e volenterosi e abili.
Dovranno poi insegnare a loro volta queste tecniche ai più giovani, cercando di dare loro qualche stimolo in più, oltre che la caccia.

Ricordiamo che ora è estate, e sebbene il termometro segni tra i 6 e i 10 gradi, sembra ce ne siano quasi il doppio.
L’aria è pulitissima, l’acqua limpida e l’orizzonte è spettacolare.
Ma l’inverno non sarà così, ad attenderli ci sono circa 5 mesi di buio, il periodo peggiore per la comunità, e il freddo non è il motivo principale.

Siamo qui infatti per uno scopo: provare a recuperare il più possibile il villaggio della “desertificazione”, dal giustificabile abbandono di queste spettacolari terre da parte dei suoi abitanti.
La vita è dura d’inverno ci ripetono continuamente.
Fa così freddo, dice Hans-Henrik, il fratello di Karale, che le labbra si ghiacciano a tal punto da non poter pronunciare il nome completo, così che il suo soprannome è diventato “Erni”

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Altri sono poi i grandi problemi che affliggono la comunità. Dalla mancanza di un vero e proprio aeroporto che permetta molto più passaggio di turismo ed entrate da quello che è l’ingresso verso il parco nazionale più grande al mondo, alla mancanza di un servizio ospedaliero come si deve, e a molte altre più o meno grandi problematiche che si potrebbero però risolvere con qualche sforzo in più.
Le potenzialità del territorio sono enormi…

Da parte di tutta la comunità ci è stato dimostrato grande affetto nonché apprezzamento per ciò che stavamo provando a fare, ed è stata una bella sensazione.

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Quindi ci hanno ri-invitato a tornare, per andare avanti col nostro programma di “corsi“
(e per vedere l’aurora boreale n.d.r.).

Senz’altro torneremo, e faremo ciò che saremo in grado di fare per favorire uno sviluppo utile a questo remoto villaggio del paradiso ghiacciato.

Andrea